02/08/2013

Strage annunciata, strage ignorata

Dalla relazione del Ministero della Salute sulla fecondazione artificiale, risulta che in Italia sono morte almeno 100.000 persone nell’indifferenza più totale

Numeri, una marea di numeri con decine di tabelle, grafici, figure. Come previsto dalla legge, anche quest’anno in pieno solleone assicuratoci dall’alta pressione di Caronte, siamo stati “deliziati” dal resoconto sull’applicazione delle tecniche di fecondazione artificiale nel nostro paese. La complessità dei dati è tale da non consentire un’approfondita analisi di essi, operazione che richiederà tempi più lunghi, ma già ora alcuni elementi si possono indicare con una certa puntualità e su di essi effettuare alcune considerazioni.
Nel 2011, l’anno preso in considerazione  nella relazione appena diffusa, 46485 coppie si sono sottoposte a procedure di fecondazione artificiale di secondo e terzo livello, cioè alla più conosciuta fecondazione in vitro per un totale di 63777 cicli, considerando quelli a fresco e quelli con congelamento di ovociti e di embrioni. Si tratta di un trend che è costantemente in crescita. Il problema dell’infertilità assilla secondo le statistiche una coppia su sette, ma la gran parte della classe politica sembra disinteressarsi delle dinamiche demografiche, tutta intenta com’è a legiferare per la repressione di reati di omofobia e transfobia di cui però non vuole farci sapere in che cosa consistano. Quando poi se ne occupa lo fa per promuovere la riduzione delle nascite, attraverso contraccezione ed aborto. Insomma al timone abbiamo delle aquile che ci porteranno al disastro demografico, ma che se ne infischiano perché tanto ci dovrà pensare qualcun altro. Torniamo ai nostri numerini. Volendo considerare che le donne perse al follow-up abbiano lo stesso tasso di successi di quelle monitorate fino al termine della gravidanza, si può indicare in 9108 il numero dei parti complessivi, cioè più dell’80% delle donne che si è rivolta alla provetta non stringe tra le braccia il bambino che già immaginava come reale grazie alla sapiente suggestione messa in atto dalla tecnoscienza, talora più brava a promettere che a mantenere. Che ne è della salute mentale di queste donne deluse e dei loro uomini? Gli studi cominciano ad essere pubblicati e a dimostrare che stanno male, ma che si possa trattare di una vera e propria sindrome iatrogena al legislatore e ai giudici pare proprio che non sia passato per l’anticamera del cervello, almeno fino ad ora. In Italia nel 2011 sono stati messi in pista (il lettore mi scuserà, ma nella relazione sembra che gli embrioni contino come le palline per la pista sulla spiaggia) 129531 embrioni, tra quelli prodotti a fresco e quelli scongelati. Quanti di questi esseri umani sono nati vivi? Sembrerebbe, volendo essere ottimisti come per i parti, che il numero di quelli che ce l’hanno fatta sia pari a 10992 che corrisponde all’8,5%. 18798 embrioni, pur del tutto innocenti, sono stati mandati al fresco dell’azoto liquido dove dovranno scontare una detenzione la cui durata non è fissata, in molti casi saranno microergastolani, fine pena: mai. Il loro numero è destinato ad ingrossarsi; dopo infatti che la corte costituzionale ha deciso nel 2009 che gli embrioni si possono congelare, il saldo tra congelamenti e scongelamenti è a netto vantaggio dei primi, qui però non si pongono grandi problemi di sovraffollamento carcerario perché gli embrioni sono piccini, piccini e costruire nuove crio-carceri è decisamente un’impresa fattibile. Agli altri 99741 è andata pure peggio, nella traversata dalla provetta all’utero materno hanno fatto naufragio e sono morti senza che la cosa desti l’attenzione dei media. Queste cose sono ben conosciute, ma è sempre bene ricordarle soprattutto a chi avrebbe il compito di agire in scienza e coscienza o a chi dovrebbe aiutare la formazione della retta coscienza. Non solo per esse, ma queste cifre aiutano a comprendere l’intrinseca malizia della fecondazione artificiale e rendono evidente come la legge che la permette, al di là delle intenzioni e delle dinamiche che l’hanno prodotta e degli effetti peggiorativi derivanti dai giudici, è e rimane una legge ingiusta. Il dato che ora giunge inatteso è la significativa riduzione delle percentuali di successo della fecondazione in provetta. Eravamo abituati a risultati in crescita di efficienza ed invece nel 2011 c’è un regresso rispetto agli anni precedenti sia in termini di gravidanze che di nati. La cosa che colpisce particolarmente è che le gravidanze considerate sui cicli e sui prelievi sono più basse rispetto al 2008, ultimo anno prima dell’intervento dei giudici della consulta che, dando retta ai grandi luminari delle tecniche riproduttive aveva decretato che gli embrioni si potevano congelare come i pisellini ad insindacabile giudizio dei camici bianchi. Detto fatto, gli embrioni vanno nel freezer, ma le percentuali di successo sono oggi almeno ferme a quelle che si registravano quando bisognava trasferirli tutti. Non è facile dare una risposta al perché ciò si sia verificato. Il fatto che l’età media delle madri sia di circa 6 mesi più avanzata rispetto al 2008 può avere qualche attinenza sul dato complessivo, ma non riesce a spiegare il peggioramento dei risultati nelle donne più giovani (entro i 34 anni) dove la percentuale di gravidanza passa dal 30,3% nel 2008 al 29,2% del 2011. Butto lì un’ipotesi, una mera ipotesi: non sarà che la possibilità di congelare, di avere embrioni “di scorta”, ha fatto calare il livello di attenzione?

di Renzo Puccetti

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