19/07/2018

Due papà = utero in affitto; due mamme = traffico di gameti

Il Messaggero scrive che i vertici del comune di Roma hanno rimosso il funzionario che ha registrato una bambina come figlia di “due papà” senza neanche avvisare il Sindaco della sua decisione di agire contra legem.

Scrive Il Giornale: «Due mesi fa, infatti, non appena uscì la notizia, la sindaca di Roma si trovò spiazzata e i comunicatori del M5S non facevano altro che ripetere che la decisione era stata presa “in autonomia dagli uffici”. “È stata una decisione non politica ma di tecnici che hanno la stessa imparzialità dei giudici”, aveva confermto l’avvocato della coppia. Ovviamente il caso fece scalpore perché si è trattato della prima scelta del genere in un Comune di grandi dimensioni. E ora sono arrivate le conseguenze.

L’ormai ex capo dell’ufficio Atti esteri ha spiegato ai colleghi di avere “agito come sempre secondo coscienza, perché queste decisioni riguardano persone in carne e ossa e ritardare la registrazione può creare a queste famiglie enormi problemi burocratici, essendo i figli nati all’ estero”».

Commenta Simone Pillon, capogruppo della Lega alla commissione giustizia del Senato: «L’aria sta cambiando. Il clima culturale e politico spinto con forza dall’onda lunga del Family Day sta portando frutti. Avevamo denunciato la situazione insieme agli amici di CitizenGO e Generazione Famiglia. Dopo le nostre richieste i dirigenti capitolini avevano risposto prendendo le distanze dalla trascrizione. Ora arriva la notizia che il Comune di Roma ha cacciato il funzionario che aveva trascritto un atto di nascita di una bambina come se fosse figlia di due papà, avallando così la delittuosa pratica dell’utero in affitto.

Le Procure di mezza Italia stanno indagando su questi abusi. I sindaci e i funzionari creativi sono avvertiti. Chi viola o forza la legge va a casa. I bambini non si comprano, non si vendono e non si regalano. I bambini hanno diritto a crescere con la loro mamma e il loro papà».

Redazione

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